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VOLUME XIX
ANNO 2011
N 1
Indice
IL VASO DI PANDORA
Dialoghi in psichiatria e scienze umane - Vol. XIX, N°1, 2011


Sommario
Editoriale
Paola Bartolini
pag. 6

TRA PRASSI E TEORIA
Interventi precoci nelle psicosi: cosa sappiamo e cosa possiamo fare
Panfilo Ciancaglini, Lucio Ghio, Marco Vaggi
pag. 11

APPUNTI DI VIAGGIO
Alexitimia e disturbi da “addiction”.
Aspetti psicodinamici e considerazioni generali
Sabino Nanni
pag. 35

Memoria e Sentimenti: esperienze di Musicoterapia
in Comunità Psichiatriche
Giacomo Cassano
pag. 65

QUATTRO PASSI PER STRADA
Recensione:
“Psicoterapia Psicoanalitica. Verso una tecnica di interventi specifici”
di Hugo Bleichmar
Filippo Mittino
pag. 89
Editoriale



Quest'anno il primo numero della rivista si apre con l'interessante contributo di Ciancaglini, Vaggi e Ghio sugli esordi schizofrenici. Gli autori riportano la loro esperienza, svolta presso un Centro di Salute Mentale genovese nell'ambito di un progetto di ricerca nazionale (PROGRAMMA 2000) per l'individuazione ed il trattamento precoce
degli esordi psicotici. La letteratura scientifica evidenzia come la diagnosi precoce di schizofrenia ed il trattamento tempestivo del quadro psicopatologico siano correlati ad un miglioramento degli esiti a breve e a lungo termine. In particolare, appare centrale l'importanza del cosiddetto “periodo critico”, ovvero i due anni successivi al primo episodio psicotico, caratterizzato dalle massime possibilità d'intervento sia per il quadro neurobiologico, suscettibile di modificabilità, sia per evitare danni psicosociali secondari che compromettono la rete sociale e le abilità degli individui. In quest'ottica diventano quindi essenziali nel trattamento della schizofrenia adeguate politiche socio-sanitarie, volte a favorire interventi di prevenzione secondaria e terziaria Il lavoro successivo – per opera di Sabino Nanni - propone una raffinata disamina clinica e terapeutica dell'alexitimia, ponendola in relazione con “l'addiction to normality” di Kohut. Gli alessitimici appartenenti a tale gruppo sono soggetti all'apparenza “normali” ma inclini a problemi di addiction e a scompensi somatici gravi in presenza di stressor emozionali. Mancando della possibilità di riconoscere, descrivere e condividere le proprie emozioni, e, di conseguenza, di trarre giovamento da relazioni affettive autentiche, tali soggetti ancorano il proprio equilibrio in modo rigido e dipendente alla normalità. In presenza di eventi a forte impatto emotivo sono carenti delle risorse necessarie all'elaborazione psichica e tendono ad esprimere e scaricare la propria sofferenza sul corpo con gravi rischi per la propria salute.

Rievocando Ivan Ilijc di Tolstoj, con il suo “conformismo istintuale”, Nanni ci descrive la patologia della normalità “coatta” mettendo in luce come la possibilità di “impazzire un po'” permetta di “non impazzire del tutto”e sia uno dei fattori per preservare la salute mentale.
Vengono poi esposte le diverse modalità di trattamento della dipendenza patologica che si collocano lungo un continuum che va dall'attivazione di un addiction sostitutiva meno nociva sul piano somatico e sociale, all'intervento psicoterapico volto allo sviluppo di aspetti sani della personalità. Con un esame critico dei vari fattori che possono orientare nell'uno o nell'altro senso la cura di questi pazienti, l'autore sottolinea infine la necessità di una relazione empatica e di un approccio integrato come elemento fondamentale nella scelta della terapia più adeguata al singolo paziente.
E' esperienza comune che l'ascolto della musica favorisca il riemergere di ricordi ed emozioni. Cassano nel suo articolo illustra le basi neurobiologiche che sottendono alla fruizione musicale ed evidenzia come essa possa diventare strumento di cura e riabilitazione per i pazienti psichiatrici.
Egli descrive la propria attività di conduttore di gruppi di Musicoterapia in Comunità terapeutica, delineandone le modalità di svolgimento e le varie tecniche d'intervento. In particolare valorizza l'importanza del gruppo e dell'atmosfera di condivisione e confronto quali elementi di contenimento ed elaborazione delle esperienze individuali. All'interno di un contesto non verbale, in un setting definito, il terapista propone l'ascolto di brani musicali che afferiscono a due registri, quello della “famigliarità rassicurante” e quello della “novità che stimola”al fine di rievocare il passato, sollecitando nel presente la funzione creativa della mente.
Chiude questo numero la recensione di Mittino su “Psicoterapia Psicoanalitica. Verso una tecnica d'interventi specifici” di Hugo Bleichmar.

Buona lettura!

Paola Bartolini

 



 


 


Panfilo Ciancaglini*, Lucio Ghio**, Marco Vaggi***



Interventi precoci nelle psicosi: cosa sappiamo e cosa possiamo fare



 


RIASSUNTO


Negli ultimi anni molti studi  hanno posto sempre più l’accento sull’ampia variabilità degli esiti a breve e a lungo termine della schizofrenia e hanno mostrato come questi siano correlati con la  durata della psicosi non trattata (DUP: duration of untreated psychosis) e con l’evoluzione durante i due anni successivi al primo episodio psicotico, il cosiddetto “Periodo Critico”.


Il Periodo Critico” sarebbe l’intervallo di massima plasticità e modificabilità del quadro psicopatologico, al termine del quale si raggiungerebbe un “plateau”, sul piano sintomatologico e delle disabilità, difficilmente reversibile. Interventi terapeutici intensivi in questa fase sono quindi indicati per evitare precoci cronicizzazioni.


L’obiettivo del presente lavoro è quello di descrivere le principali esperienze internazionali e nazionali di intervento sulle psicosi d’esordio mettendo a confronto aspetti concettuali, modelli organizzativi e le principali linee guida specifiche (NICE 2002, Ministero della Salute 2007).


Inoltre vengono illustrati i principali ostacoli all’implementazione di servizi specifici e descritta l’esperienza maturata in questi anni nel CSM di Genova Voltri dove, all’interno di un servizio “generalista”, si è strutturata una equipe dedicata al trattamento delle psicosi d’esordio.


  


 


PAROLE CHIAVE:


Psicosi,  intervento precoce, linee guida


 









* Associazione Italiana per gli Interventi Precoci nelle Psicosi, Milano




** Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica, Università degli Studi di Genova



*** U.O. Salute Mentale Distretto 8, Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze, ASL 3 Genovese


 


 




 Sabino Nanni*



Alexitimia e disturbi da “addiction”. Aspetti psicodinamici e considerazioni generali



RIASSUNTO


L’Autore sostiene che in molti casi (di cui descrive un esempio) una normalità a carattere “addictive” è la prima fase, compensata, di una patologia che facilmente evolve verso disturbi da addiction e/o complicazioni somatiche. Data la repulsione fobica di questi alexitimici per tutto ciò che allontana dalla “normalità”, difficilmente essi consultano uno psichiatra in una fase precoce della malattia. Utili, perciò, si rivelano, in proposito, i suggerimenti offerti da un modello letterario: lo Ivan Ilijc di Tolstoj. Emergono, quali caratteristiche essenziali, l’assenza di “strutture autoprotettive autonome”, l’incapacità di ricorrere ad autentici rapporti d’aiuto, l’impossibilità di produrre espressioni di malessere a carattere reintegrativo, ossia capaci di salvaguardare l’integrità del sé.




PAROLE CHIAVE

Alexitimia, falso sé, depressione essenziale, addiction, addiction to normality, salute mentale, trauma, pre-representational elements, corpo.




* Psichiatra, Psicoterapeuta, già Primario Ospedaliero ASL 22 Piemonte








Giacomo Cassano*



Memoria e Sentimenti: esperienze di Musicoterapia in comunità terapeutiche



RIASSUNTO 


È noto che oramai la Musicoterapia è da tempo inserita come strumento della riabilitazione di pazienti psichiatrici. Vorrei ora cercare di spiegare come la musica può essere utilizzata come strumento riabilitativo nel processo di cura delle malattie mentali.


Il titolo della mia relazione menziona due “protagonisti”: la Memoria e i Sentimenti. Proverò qui di seguito a spiegare quale affinità e legame ci sia tra questi due elementi apparentemente così distanti tra loro, che potremmo vedere come rappresentativi l’uno della psiche e l’atro dell’anima.


In questo binomio si può inserire la musica, come elemento di coesione capace di parlare all’uno o all’altro, dell’uno e dell’altro e mettere in collegamento i due poli, in costante tensione tra loro.


Vorrei cercare di spiegare come mai i ricordi sono così indispensabili per l’essere umano e capire qual è il meccanismo che ingenera le emozioni; addentrarci per un po’ nel campo delle neuroscienze per andare a vedere da vicino quali sono le aree del cervello adibite al controllo dei ricordi e delle emozioni, per scoprire che le stesse sono ugualmente attivate quando si ascolta e si pratica musica.




PAROLE CHIAVE


memoria, emozioni, musica e musicoterapia


 






* Musicista, Musicoterapista, Diplomato in clarinetto al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e specializzato in Musicoterpia alla Scuola triennale Anffas-Apim di Genova





 





 


 



 




 

 

Il Vaso di Pandora, Dialoghi in psichiatria e scienze umane
Edizioni La Redancia -
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Iscrizione al Tribunale di Savona n. 418/93 - ISSN 1828-3748