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VOLUME XVIII
ANNO 2010
N 2
Indice
IL VASO DI PANDORA
Dialoghi in psichiatria e scienze umane - Vol. XVIII, N°2, 2010


Sommario
Editoriale
Lorenzo Vita
pag. 7

TRA PRASSI E TEORIA
L’arteterapia in un servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura
Giubergia Dario, Giuliano Giorgio
pag. 15

Commorbilità e doppia diagnosi, evoluzione di concetti, specificità scientifica e fine
Gabriele Giorgetti
pag. 41

APPUNTI DI VIAGGIO
L’ambiente terapeutico nelle Psicosi. L’esperienza residenziale
de “Il Caprifoglio” in dieci anni tra ospedale e territorio
Andrea Arata
pag. 53

QUATTRO PASSI PER STRADA
Nuovi nonni per nuovi nipoti. La gioia di un incontro
di Silvia Vegetti Finzi
Trailer a cura di Roberto Speziale-Bagliacca
pag. 67

“L’uomo senza inconscio”
di Massimo Recalcati, Raffaello Cortina 2010
Rossella Valdrè
pag. 79

Editoriale


Sono lusingato di poter scrivere l'editoriale di questo numero del Vaso di Pandora in cui pubblichiamo, seguendo la nostra tradizione, tre rilevanti contributi su esperienze in istituzioni psichiatriche e due contributi di eminenti psicoanalisti su temi di attualità; tutti contributi che, per motivi diversi, sento molto vicini alla mia formazione ed esperienza professionale.


La rivista, nella sezione “Tra prassi e teoria”, si apre con un articolo sull'arteterapia nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell'ASO di Cuneo. Il lavoro svolto, così ben trasmesso dagli autori, è un esempio per qualità dei servizi e per impegno creativo degli operatori. Risulta interessante l'introduzione dell'arteterapia in un Servizio che si occupa, per un tempo limitato, di persone che attraversano una fase di catastrofe esistenziale. Sappiamo che la pratica simbolica dell'arte può avvicinare e isolare il caos proprio della follia, caos che pur appartenendo al simbolico risulta ad esso eccedente e irriducibile.


L'utilizzo dell'immagine in senso creativo è uno strumento che può consentire l'accesso ad una messa in forma secondo le due linee della rappresentabilità e della condivisione. Una tessitura che può costituire il supporto di una ripresa di contatto con sé e con gli altri.


Le quattro fasi dell'arteterapia isolate nell'articolo esemplificano questo passaggio. Viene dato molto spazio alla verbalizzazione e alla narrazione da parte dei pazienti sulle loro produzioni, esse non vengono interpretate dai conduttori ma messe in un circuito di scambio con gli altri. A questo proposito ricordo una frase di Artaud su Van Gogh: “Non ci sono fantasmi nei quadri di Van Gogh né visioni né allucinazioni. È la verità torrida del sole alle 2 del pomeriggio”. La produzione artistica non va interpretata sul piano del significato, è già essa stessa un'interpretazione, si tratta solo di socializzarla. La funzione terapeutica deve limitarsi a questo.


Il secondo articolo di Gabriele Giorgetti è un'analisi precisa e rigorosa sul piano epidemiologico e terapeutico dei concetti di comorbilità e doppia diagnosi. L'accento è giustamente posto sulla loro contraddittorietà, soprattutto laddove la diagnosi deve indicare una prospettiva dal punto di vista terapeutico. In questo senso, in campo psichiatrico, dovrebbe valere a mio avviso la distinzione fra disturbi ed epifenomeni, ovvero se il disturbo psichico è una struttura, l'uso di sostanze non può essere considerato tale in quanto è un fenomeno che subentra nella vita di un soggetto con una struttura che gli preesiste.


Spesso la tossicodipendenza è una scelta e una risposta del soggetto per compensare una sofferenza strutturale legata ad un disturbo psichico.


L'ipotesi finale dell'autore è da condividere, i concetti di comorbilità e doppia diagnosi sono “utili per la prognosi e la scelta terapeutica”. Nel curare un disturbo psichico dobbiamo occuparci di un concomitante uso di sostanze ma le scelte terapeutiche devono essere orientate a partire dalla valutazione dell'incidenza che l'uso di sostanze può avere sul disturbo psichico.


Nella sezione “Appunti di viaggio”, Andrea Arata ci racconta con emozione l'esperienza dell'apertura della RSA “Il Caprifoglio”. L'articolo trasmette il grande rigore professionale, l'impegno costante e l'attenzione per i malati nel portare a termine il difficile passaggio, per 42 persone “residui dell'ospedale psichiatrico”, ad una Comunità Terapeutica. Arata ci insegna come la gestione dei ricoveri, le cure farmacologiche, l'introduzione della figura dell'amministratore di sostegno e soprattutto l'ambiente con la sua valenza riabilitativa hanno permesso di “risarcire” questi malati di ciò che la permanenza in ospedale psichiatrico li aveva deprivati.


Nella sezione “Quattro passi per strada” Roberto Speziale-Bagliacca ci conduce per mano, con la sua consueta maestria, attraverso le pagine del libro di Silvia Vegetti Finzi – autore fra i più conosciuti per le sue pubblicazioni sulla famiglia ed il bambino - “Nuovi nonni per nuovi nipoti. La gioia di un incontro”. Scopriamo in questo viaggio due anime del libro.


Un'anima psicoanalitica e sociologica che fornisce nuove chiavi di lettura sul tema dell'intergenerazionalità e dell'articolazione nel bambino fra bisogno, domanda e desiderio; un'anima emotiva ed esperienziale che racconta la bellezza e la gioia dell'incontro fra nonni e nipoti. Ci viene mostrato che se con uno sguardo sociologico vediamo nipoti, genitori e nonni separati dai cambiamenti culturali e familiari degli ultimi 40 anni, con lo sguardo dello psicoanalista, invece, possiamo cogliere il filo rosso della continuità tra le generazioni, lo stesso filo che Freud in “Il poeta e la fantasia” pone alla base del desiderio che, unico e particolare, infila insieme passato, presente e futuro, ovvero nonni, genitori e nipoti.


Il desiderio - qui inteso “come futuro, possibilità di scegliere non che cosa avere ma chi diventare” - è posto al centro della difficile trasmissione generazionale di oggi. Le vecchie generazioni hanno vissuto quella povertà che insegna la differenza fra bisogno e desiderio, le nuove vivono nell'impossibilità di articolare la differenza fra domanda e desiderio poiché la domanda viene saturata da oggetti che colmano la mancanza. Questo mette a tacere, in maniera drammatica, il desiderio di amore da cui scaturisce ogni domanda.


La rivista si chiude con la colta e raffinata recensione di Rossella Valdre' del libro “L'uomo senza inconscio. Figure della nuova clinica psicoanalitica” di Massimo Recalcati, figura di spicco della psicoanalisi per la sua lettura inedita ed attuale delle più diffuse psicopatologie del disagio contemporaneo della civiltà.


L'uomo senza inconscio è il risultato di una “mutazione antropologica”: negli ultimi decenni abbiamo assistito alla veloce ed inarrestabile ascesa nel sociale e nella cultura di questa figura inquietante promossa dalla tecnocrazia scientista e da quella macchina devastante che Lacan chiamava discorso del capitalista. Gli individui, catturati in una adesione conformistica, oggi risultano smarriti, senza radici, dominati da una spinta mortifera al godimento narcisistico e cinico che esclude lo scambio simbolico con l'Altro. Il soggetto dell'inconscio è invece il soggetto dello scambio simbolico con l'Altro, soggetto pertanto antagonista alle nuove forme del sintomo. A partire da questa lettura del sociale, Recalcati crede che la psicoanalisi debba ritrovare la ragione etica che fonda la sua pratica, il soggetto dell'inconscio non ha uno statuto ontologico ma etico, quindi la sua sopravvivenza dipende dalla psicoanalisi stessa che nell'epoca ipermoderna deve trovare le condizioni della sua operatività.


Buona lettura.


Lorenzo Vita


Il Vaso di Pandora, Dialoghi in psichiatria e scienze umane
Edizioni La Redancia -
vaso.pandora@redancia.it
Iscrizione al Tribunale di Savona n. 418/93 - ISSN 1828-3748